Istituto penale per minorenni di Nisida
Insigna Pacis
Su invito del Presidente della “Nuova Accademia Ercolanese” ed in collaborazione con la Fondazione Banco Napoli per l’Assistenza all’Infanzia il nostro Istituto ha ritenuto di poter accogliere e sostenere il progetto finalizzato alla realizzazione di una iniziativa culturale-espositivo-didattico rivolta all’utenza ospite di questo Istituto penale per minorenni con l’obiettivo di attivare attraverso l’arte possibili percorsi d’inclusione sociale.
L’iniziativa, ha come obiettivo la sensibilizzazione dei giovani al rispetto dei valori della natura e della legalità avvalendosi dell’uso della comunicazione che passa attraverso le arti visive e quindi attraverso la realizzazione di opere pittoriche , scultoree ecc. affidate ad artisti contemporanei ( scultori, pittori, ceramisti) realizzate all’interno dell’Istituto con la partecipazione delle ragazze e dei ragazzi ristretti.
Parte da Nisida, dunque, una testimonianza di pensiero e concretezza offerta dall’arte, dal genio creativo che è anche un invito a ritrovarsi in quel processo pedagogico e di vita in cui si apprende a distinguere la “libertà da” dalla “libertà di”. “Nisida: natura arte, valori” consacra, nella sua realizzazione, anche un modo innovativo di intendere gli interventi a favore del disagio, così come indicato dalle direttive della Comunità Europea che intende proprio l’espressione artistica come uno degli strumenti in grado di contrastare le emergenze sociali.
La documentazione, attesa la impossibilità di favorire un accesso ampio di eventuali visitatori all’Istituto, è stata affidata ad una pubblicazioni di settore il cui progetto editoriale è stato curato dalla “Graus editore” che ha curato il progetto editoriale. Il catalogo oltre ad immagini delle opere realizzate con cenni biografici degli artisti ospita gli interventi delle autorità che hanno voluto sostenere l’iniziativa.
In tempi come i nostri in cui  i conflitti e le violenze si riproducono senza fine, la integrazione tra culture diverse, religiosità diverse, rappresenta “l’arma” vincente con cui sconfiggere la quotidiana brutalità. L’arte ha il potere di promuovere la capacità di venirsi incontro, e per questo è una potente forza di pace. Condividere il bello artistico è uno strumento che favorisce la creazione di una cultura di pace, perché al più profondo livello pace e scambio di culture sono una sola cosa.
Per questo motivo ho sostenuto la proposta del gruppo 12 per la Pace di presentare ai ragazzi ed alle ragazze ospiti del nostro Istituto Penale  questa marcia ..virtuale per la pace.
L’obiettivo che abbiano perseguito con questa proposta educativa è stato quello di favorire la promozione nei nostri ospiti di una consapevolezza maggiore dei meccanismi che generano l'ingiustizia ed i conflitti, indicando loro allo stesso tempo la percorribilità di strade alternative alla violenza ed all’intolleranza. Primo fra tutti il valore della convivenza pacifica.
La pace può essere il risultato di una armonia  e di un equilibrio che possono essere realizzati anche, forse soprattutto, recuperando il senso ed il valore della religiosità presente in ogni cultura. Ogni Religione è una religione di pace, é quindi necessario aiutare i giovani a recuperare la dimensione religiosa delle varie culture umane, consapevoli che tutte le religioni partono da un unico ceppo e per questo solo sono espressione di unità.
Cosa abbiamo tratto  da questo avvenimento? L'arte unisce, la cultura unisce, il misticismo di ogni religione unisce; mentre altro è ciò che divide!
L’esperienza offerta dagli artisti di Insigna pacis è la prova  di una, possibile e già attiva, risposta democratica ed espressivamente avanzata alla globalizzante cultura della guerra. Una risposta artistica e comunicativa globale, ma di segno alternativo, capace di parlare a tutti e di valorizzare identità specifiche nel segno delle Religioni 
Un'assunzione di responsabilità educativa da parte delle arti e degli artisti, in una società che ha sempre maggiori difficoltà ad essere educante.
Un particolare merito devo riconoscere agli insegnati ed ai maestri artigiani di Nisida che, con il sostegno degli educatori, hanno saputo aiutare i ragazzi ad interiorizzare ed elaborare il significato dell’esperienza proposta, sostenendoli nell’operazione di espressione del loro vissuto di guerra e di pace.
Un ultimo cenno desidero dedicarlo al particolare significato che assume la disponibilità offerta dal Comune di Napoli nell’ospitare la mostra all’interno dei Saloni dell’Annunziata. Gli scugnizzi, i guaglioni “scugnati” (espressione napoletana che vuol dire “senza denti”), per anni hanno affollato i saloni dell’Annunziata. Quei ragazzi simbolo dell’arte di arrangiarsi e con questa della napoletanità, erano espressione di una povertà e di un degrado che trovava nella creatività personale l’unico strumento di riscatto.
I ragazzi di Nisida di oggi non sono certo gli scugnizzi di allora, ma ritornare qui per mostrare alla Città il frutto del loro lavoro, dell’impegno che stanno effondendo per uscire dalle ragioni che li hanno portati a violare le regole di cittadinanza, è il segno più eloquente della loro volontà di riscatto.
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