Istituto penale per minorenni di Nisida
Progetto di  peth terapy
Il nostro Istituto da tempo è impegnato nella promozione e realizzazione di progetti psico- socio- educativi che prevedono azioni volte a stimolare percorsi di cambiamento nei giovani detenuti. Nell’ottica di individuare interventi diversificati e specifici, considerate le caratteristiche dell’utenza ed i bisogni da questa evidenziati, questo Istituto ritiene utile sperimentare una nuova ipotesi progettuale inerente l’attività di Pet Therapy, tipologia di intervento basata sul rapporto uomo- animale.
La Pet Therapy, studiata negli U.S.A. negli anni ’60 ed inizialmente utilizzata in campo prevalentemente psichiatrico, indica l’attività terapeutica che si avvale dell’ausilio degli animali per intervenire in aree diversificate del disagio, dalla malattia alla prevenzione del disequilibrio psico- fisico; essa appare costituire una tecnica di intervento adeguata con i giovani adolescenti essendo stato evidenziato come il rapporto, opportunamente guidato, con l’animale contribuisca a stimolare nell’individuo, ed anche nel gruppo, l’attività cognitiva, la socializzazione, la capacità comunicativa ed espressiva, e produrre effetti di rilassamento e di riduzione dello stress.
L’animale in tale ottica si costituisce come un facilitatore del contatto con l’altro, funzione di “catalizzatore sociale”, attraverso:
• l’attività ludica, che consente di facilitare lo sviluppo cognitivo- sensoriale
• il prendersi cura dell’animale, che contribuisce ad incentivare percorsi di autonomia e di responsabilizzazione
• la conoscenza delle forme di comunicazione dell’animale, che migliora le performances cognitive
• l’attività di educazione di base dell’animale, che consente di attivare l’introiezione delle regole, e l’aumento dell’autostima
La presenza di un “pet”, utile alla crescita e allo sviluppo conoscitivo, affettivo ed emotivo durante tutto il ciclo della vita dell’individuo, può rivelarsi essenziale durante la fase adolescenziale, in cui spesso si verificano problemi di “paura del rifiuto” dal punto di vista sociale, e di conseguenza, forme di chiusura in se stessi o di autoemarginazione o, più semplicemente, di difficoltà di integrazione con gli altri: l’animale può diventare un mediatore del rapporto tra il ragazzo e gli altri.
L’adolescenza è un difficile momento di crescita, una fase di sviluppo che segna l’apertura con un più vasto ambiente relazionale, un momento di confronto sociale, segnato da un forte bisogno di accettazione e di sentimento di appartenenza a un gruppo, all’interno del quale il giovane si identifica per poi differenziarsi in individuo autonomo, passando da una fase di identità gruppale ad una di identità personale.
Il legame con un animale promuove sicurezza ed autostima, in quanto il pet è fonte di approvazione sociale e migliora o comunque mantiene stabile e valida l’immagine che l’adolescente ha di se stesso e che fornisce agli altri.
Inoltre occuparsi di un animale responsabilizza l’adolescente, inducendo il rispetto verso gli altri, verso gli impegni, verso le regole che costituiranno parti irrinunciabili di una personalità adulta.
Quanto descritto può trovare una puntuale utilizzazione all’interno della struttura penale minorile ove è stato osservato come spesso i giovani detenuti sono attraversati da uno stato di profondo disagio psicologico, da tendenza a variabilità dell’umore, da forme tendenzialmente depressive. Tali stati emotivi possono beneficiare della relazione con un animale, che tende, attraverso la reciprocità del contatto, a riequilibrare lo stato di frustrazione, isolamento e solitudine.
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