Il teatro, inteso come evento sociale condiviso e non semplicemente come rappresentazione di un’opera o di un soggetto letterario, rappresenta, assieme alla danza, al canto e al disegno, una delle forme primordiali di espressione e socializzazione.
La pratica teatrale, applicata in questo Istituto di pena per Minorenni ha prodotto spesso risultati insperati, offrendo una concreta possibilità di espressione, di integrazione e di reinserimento sociale.
Nel teatro, infatti, entrano in gioco dinamiche relazionali differenti da quelle normalmente in atto. L’attività teatrale sviluppa l’ascolto, la comunicazione e l’espressione, permette un approccio pratico a problematiche astratte, rende possibile nel contesto teatrale ciò che normalmente non è possibile nella vita, sviluppa la consapevolezza accrescendo la fiducia e il controllo di sé, fornisce gli strumenti per la comprensione di uno dei fenomeni di cui l’Italia è stata fra i maggiori rappresentanti. Il teatro diventa un momento di riflessione su se stessi, di confronto con gli altri, di scoperta del sé in forme non convenzionali. Il lavoro teatrale appare perciò importante perché offre l’opportunità di lavorare contemporaneamente su se stessi e con gli altri.
In questo modo l’attore-persona ritrova la consapevolezza del proprio essere e attraverso un percorso personale riscopre il senso autentico della relazione con i propri compagni. Del resto il legame tra arte e educazione è connaturato nell’uomo: l’arte, infatti, fornisce all’educazione efficaci strumenti di riflessione sul proprio vissuto e nuove esperienze con le quali poter vivere con maggior consapevolezza il presente. Il laboratorio teatrale diviene così il luogo del possibile, in cui è possibile sperimentarsi all’interno di un ambiente protetto. Questa forte valenza pedagogica permetterà ai ragazzi di conoscere e a controllare la propria energia, in un clima di condivisione prendendo coscienza delle proprie potenzialità espressive utilizzando la propria creatività in modo costruttivo